Sì, devo ammetterlo. Anch'io sono colpevole. Anche io, come molti altri greci, nel profondo, sono molto fiero della mia lingua. So che non è giusto considerare la mia lingua superiore alle altre. Perché, infatti, tutte le lingue sono importanti e uniche. Sono le conquiste e le prove dei parametri geografici, culturali, economici o sociali complessi . Sono anche i risultati dei percorsi storici irrepetibili . Ecco perché, ogni lingua ha il suo splendore, la sua ricchezza, i propri codici. E tante tra loro sono diventate il veicolo ideale per capolavori stupendi della mente umana.
Ma io, comunque, da qualche parte dentro di me, credo che la mia lingua sia qualcosa di speciale.
Non è perché è autonoma, e , a differenza di altre, che appartengono ai diversi gruppi linguistici più grandi, essa costituisce da sola, un caso separato.
Non è perché ha una ricchezza incredibile nel suo vocabolario, che molti lo considerano con più di circa 2.000.000 forme di parole.
Né perché ogni parola nella mia lingua ha una logica, che noi stessi, da soli, possiamo scoprire facilmente, attraverso la sua etimologia.
Non è perché è autonoma, e , a differenza di altre, che appartengono ai diversi gruppi linguistici più grandi, essa costituisce da sola, un caso separato.
Non è perché ha una ricchezza incredibile nel suo vocabolario, che molti lo considerano con più di circa 2.000.000 forme di parole.
Né perché ogni parola nella mia lingua ha una logica, che noi stessi, da soli, possiamo scoprire facilmente, attraverso la sua etimologia.
Non è, anche, perché, grazie all'utilizzo delle coniugazioni e dei tempi dei verbi, e dei casi dei nomi, si può parlare, sia con precisione, sia vagamente, scegliendo ogni volta il grado desiderato di accuratezza .
Non è solo per la musicalità, che l’ assicurano vocali lunghi e corti , foni , dittonghi, e la successione dei loro suoni.
Né è perché, grazie a numerosi consunzioni e preposizioni c, si offre, forse, come nessun altra, per creare nuove parole da parte di chiunque.
Né è perché, grazie a numerosi consunzioni e preposizioni c, si offre, forse, come nessun altra, per creare nuove parole da parte di chiunque.
Non è perché in questa lingua sono state scritte, poesie, opere teatrali e storie, che hanno definito il contenuto della parola “classico”
Ne perché il greco, con il latino, hanno consolidato quello che oggi chiamiamo “percezione europea” , “cultura europea”, “mentalità europea”.
Ne perché il greco, con il latino, hanno consolidato quello che oggi chiamiamo “percezione europea” , “cultura europea”, “mentalità europea”.
Non è anche perché un gran parte dell'attuale vocabolario scientifico, dalla medicina alla matematica e dalla psicologia alla fisica, si ispira di greco
Tutto questo può essere vero.
Ma quello che , per me, soprattutto, può giustificare il mio orgoglio per la mia lingua è la sua continuità. È la sua resistenza. È questa capacità di sopravvivere, con modifiche,vero, con aggiustamenti resi necessari da cambiamenti nella vita,si, ma mantenendo, nello stesso tempo, tutte le sue caratteristiche principali.
Ma quello che , per me, soprattutto, può giustificare il mio orgoglio per la mia lingua è la sua continuità. È la sua resistenza. È questa capacità di sopravvivere, con modifiche,vero, con aggiustamenti resi necessari da cambiamenti nella vita,si, ma mantenendo, nello stesso tempo, tutte le sue caratteristiche principali.
Ogni volta che le parole usate di Seferis di Kavafis di Elytis, dei più riconosciuti tra i poeti greci del 20 ° secolo dopo Cristo, praticamente sono le stesse che hanno usato Sofocle o Euripide,
ogni volta che gli iscrizioni sulle strade della Grecia sono lette e capite da migliaia di persone che hanno imparato solo il greco antico,
ogni volta che un pastore di oggi a Creta o Cipro usa parole che possono essere trovate in Odissea di Omero,
ogni volta che un bambino scrive in un quaderno in una tabella o sud un tablet lettere, vale a dire simboli dei suoni che sono state tracciate in papiro o in marmo nei tempi arcaici, ogni volta che un sacerdote legge il vangelo di Luca scritto in greco e una nonna analfabeta fa la sua croce,
ogni volta che in San Pietro a Roma si sente la frase "Kyrie eleison",
ogni quale volta è un a motivo di più per ammirare la durata di una lingua, che viene da migliaia di anni fa , e si scrive e si parla senza interruzione, rimanendo in vita, nonostante i cambiamenti cosmogonici durante tanti secoli.
E 'per questo, che, anche se non si dovrebbe dirlo, o mostrarlo, siamo orgogliosi della nostra lingua. Anche se le diamo fastidio a volte. Anche se l’ accusiamo per vari mali che accadono nella nostra educazione, la nostra mentalità la nostra vita.
E non dobbiamo dimenticare che la lingua, ogni lingua, non è solo un modo di comunicazione. Attraverso essa e la sua struttura, e imparandola, da quanto siamo bambini, strutturiamo e sviluppiamo la nostra mente. Il nostro modo di pensare è dettato in gran parte dalla nostra lingua. In altre parole: siamo la nostra lingua.
E quando abbiamo dentro di noi e dietro di noi, una lingua come quale, si, forse possiamo essere orgogliosi. Ma l’orgoglio non va da solo. Abbiamo anche una responsabilità. La responsabilità di salvarla e la consegnarla alle generazione successive. Soprattutto quando la politica contemporanea, la tecnologia e l economia spingano per l’omogeneizzazione dei tutti.
Questo senso di responsabilità al fronte del futuro, forse qui, può essere percepito più che altrove. Perché siamo in un paese di cui, altrettanto la lingua viene da molto lontano e, in più, ha legami con la nostra lingua , forse, come nessun altro. E perché siamo in una città, di cui il proprio nome parla da sé del suo rapporto con la nostra storia e lingua, e che anche essa si sente, e dovrebbe sentirsi, orgogliosa di quello che parla, di quello che è. Come noi.
Si, lo so. Non è corretto, o molto gentile di dirlo in alta voce e ai terzi . Ma tra di noi, però, e qui, a Napoli , penso che certamente possiamo.
Themistoklis Demiris
Ambasciatore di Grecia
Nessun commento:
Posta un commento