ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

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Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

martedì 28 marzo 2017

Domenico Saracino: Metaponto-Paestum “strada degli stranieri” (Leukanikà n. 1-2 2015)

LEUKANIKà  STUDI E RICERCHE 
Leukanikà n. 1-2 2015

Metaponto-Paestum “strada degli stranieri” 
Domenico Saracino 

Dalle notizie che si sono potute apprendere intervistando pastori transumanti residenti sulle montagne del potentino, e dall’analisi della cartografia storica (mappe ITM del 1874-75, IGM del 19011e catastali dei comuni) buona parte della strada in questione, partendo da Torre di Satriano – piana di Tito verso Potenza, a seguire ricalcando l’attuale SS7 Appia nella zona di Tricarico e scendendo no a Metaponto risulta essere un antico e molto probabilmente il più importante asse di transumanza che attraversava la regione con relative diramazioni ed “innesti” lungo il suo percorso15. Il suo è un percorso di “crinale”, come lo sono, in genere, la maggior parte di queste antiche vie. 
Queste strade venivano tracciate in funzione del cammino degli animali; in genere venivano privilegiati i percorsi lungo le dorsali dei colli per molteplici motivi, consistenti in percorsi più “puliti” con fondo di strada stabile, senza fango in quanto l’acqua tendeva a scivolare sui lati. Inoltre, il percorso risultava più lineare senza fare zig-zag tra torrenti e ruscelli. Altri vantaggi erano l’abbon- danza di pascolo e una ampia veduta per potersi difendere da at- tacchi di lupi. 
La viabilità nella nostra regione rimase per buona parte la stessa dall’antichità fino all’Ottocento (solo con l’avvento delle “rotabili” i percorsi cominciano a cambiare, si costruiscono le strade adattandole alla percorrenza di carri, carrozze e successivamente alle automobili). 
La rete di tratturi, mulattiere, sentieri, mantiene nei secoli le stesse direttrici, modificando l’importanza di ciascuna direttrice a secondo delle esigenze economiche e politiche del momento; buona parte di queste, rimanevano impraticabili durante il periodo invernale. 
È certo che gli itinerari di transumanza sono rimasti gli stessi nel tempo, ricalcanti percorsi già collaudati, sicuri dal punto di vista geomorfologico e di approvvigionamento delle risorse, talvolta si abbandonava il tratturo per attraversare i centri abitati per gli scambi commerciali di prodotti derivanti dalla pastorizia (Carne, latte, formaggi ecc.).
Le antiche vie di transumanza erano organizzate come delle “autostrade” dei nostri giorni con tanto di “aree di sosta” scadenzate lungo il percorso, nei pressi di sorgenti o corsi d’acqua e zone ricche d’erba per il sostentamento degli animali.
A riguardo si dovrebbe ridimensionare “l’enfatizzazione” data alle vie fluviali sia come percorsi pedonali nei loro alvei che la presunta navigabilità degli stessi.
Diversi motivi sconsigliavano la viabilità lungo il letto dei fiumi, tra i quali certamente quello dell’impaludamento in diversi punti del corso d’acqua con relativo rischio “malarico” e degli allagamenti nelle stagioni piovose; le vie u- viali non erano praticabili per tutto l’anno, a differenza dei ben collaudati antichi itinerari di transumanza, di “cresta” o “dorsale” che spesso si diramavano in parallelo al corso dei fiumi.
La documentazione del XVI sec. degli “statuti del comune di Tricarico”, ci dà conferma della percorrenza nei secoli della strada in questione e la cita come “via delle bacche”, “via dei passanti” o “la via che viene da Potenza e va in terra d’Otranto”.
Il Buck
individua e descrive una parte di questo percorso, da Metaponto no a Monte Torretta, senza considerare la diramazione tra Civita e Serra di Vaglio verso Potenza,Torre di Satriano-Paestum.
L’itinerario in questione metteva in collegamento la costa ionica con quella tirrenica. Nel VII sec. a.C. diventa asse di collegamento tra le due importanti
Poleis achee della Megale Hellas: Metaponto e Paestum.
Sin dall’antichità la cosiddetta “strada degli stranieri” assunse una grande importanza, sottolineata dalla collocazione di centri fortificati lungo la sua direttrice: infatti risalendo da Metaponto, troviamo nei pressi di Tricarico: Serra del Cedro, poi Civita di Tricarico, più avanti una diramazione verso Serra di Vaglio- Torretta, oppure, seguendo l’altro itinerario, si procede verso Torre di Satriano, Ate
na Lucana, Roscigno (monte Pruno) e quindi verso Paestum.
La strada in alcune zone (vedi com. di Tito e Satriano) è tuttora indicata “Strada degli stranieri”.
Massimo Osanna cita “trazzera degli stranieri”
la strada che lambisce il sito di Torre di Satriano. Sulle mappe catastali viene indicata con il nome di “strada degli stranieri”. Gli studi archeologici riguardanti la zona di monte Pruno (Roscigno), sono stati svolti dalla professoressa G. Greco, la quale si è soffermata anch’essa sul toponimo “strada degli stranieri”,”tratturo che conserva nel nome locale la memoria della sua funzione come via di percorrenza da e verso il vallo di Diano da parte dei greci della costa, “gli stranieri”. Nel tratto che attraversa il comune di Roscigno, questo tratturo è costellato da una miriade di piccoli nuclei di strutture abitative e necropoli”.
È da considerare però che sia M. Osanna, che la dott.ssa Greco rilevano l’importanza della strada in relazione alla zona da essi esplorata arlcheologicamente, a noi qui importa, invece, considerare questa strada nella sua funzione di collegamento tra la Campania e la Basilicata, da Torre di Satriano, attraverso Atena L. –Roscigno e quindi Paestum- Anche M. Di Lieto, nella sua pubblicazione riguardante l’area Nord-lucana, “Il sistema insediativo”, nell’affrontare il tema della viabilità nel territorio lucano, non individua il tratto stradale da Atena L. verso Roscigno-Paestum. Il Di Lieto illustra un percorso ipotetico curvilineo da Atena verso Paestum che aggira i monti Alburni attraverso il Tanagro e successivamente il Sele, nella piana d’Eboli, 
quindi verso Paestum.
La strada in alcune zone (vedi com. di Tito e Satriano) è tuttora indicata “Strada degli stranieri”.
Massimo Osanna cita “trazzera degli stranieri”
la strada che lambisce il sito di Torre di Satriano. Sulle mappe catastali viene indicata con il nome di “strada degli stranieri”. Gli studi archeologici riguardanti la zona di monte Pruno (Roscigno), sono stati svolti dalla professoressa G. Greco, la quale si è soffermata anch’essa sul toponimo “strada degli stranieri”,”tratturo che conserva nel nome locale la memoria della sua funzione come via di percorrenza da e verso il vallo di Diano da parte dei greci della costa, “gli stranieri”. Nel tratto che attraversa il comune di Roscigno, questo tratturo è costellato da una miriade di piccoli nuclei di strutture abitative e necropoli”.
È da considerare però che sia M. Osanna, che la dott.ssa Greco rilevano l’importanza della strada in relazione alla zona da essi esplorata arlcheologicamente, a noi qui importa, invece, considerare questa strada nella sua funzione di collegamento tra la Campania e la Basilicata, da Torre di Satriano, attraverso Atena L. –Roscigno e quindi Paestum- Anche M. Di Lieto, nella sua pubblicazione riguardante l’area Nord-lucana, “Il sistema insediativo”
, nell’affrontare il tema della viabilità nel territorio lucano, non individua il tratto stradale da Atena L. verso Roscigno-Paestum. Il Di Lieto illustra un percorso ipotetico curvilineo da Atena verso Paestum che aggira i monti Alburni attraverso il Tanagro e successivamente il Sele, nella piana d’Eboli. 


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