ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

sabato 19 novembre 2022

ΓΙΩΡΓΟΣ ΣΕΦΕΡΗΣ, ΚΙΧΛΗ (μετάφραση Crescenzio Sangiglio). YORGOS SEFERIS, TORDO (traduzione Crescenzio Sangiglio)

 

ΓΙΩΡΓΟΣ ΣΕΦΕΡΗΣ

Κίχλη

Α
Τ
 σπίτι κοντ στ θάλασσα

Τ σπίτια πο εχα μου τ πραν. τυχε
νά
᾿ ναι τ χρόνια δίσεχτα πόλεμοι χαλασμο ξενιτεμο
κάποτε 
 κυνηγς βρίσκει τ διαβατάρικα πουλι
κάποτε δ
ν τ βρίσκει- τ κυνήγι
ταν καλ στ χρόνια μου, πραν πολλος τ σκάγια-
ο
 λλοι γυρίζουν  τρελαίνουνται στ καταφύγια.
Μ
 μο μιλς γι τ᾿ ηδόνι μήτε γι τν κορυδαλλ
μήτε γι
 τ μικρούλα σουσουράδα
πο
 γράφει νούμερα στ φς μ τν ορά της-
δ
ν ξέρω πολλ πράγματα π σπίτια
ξέρω π
ς χουν τ φυλή τους, τίποτε λλο.
Καινούργια στ
ν ρχή, σν τ μωρ
πο
 παίζουν στ περβόλια μ τ κρόσσια το λιου,
κεντο
ν παραθυρόφυλλα χρωματιστ κα πόρτες
γυαλιστερ
ς πάνω στ μέρα-
ταν τελειώσει  ρχιτέκτονας λλάζουν,
ζαρώνουν 
 χαμογελον  κόμη πεισματώνουν
μ
᾿ κείνους πο μειναν μ᾿ κείνους πο φυγαν
μ
᾿ λλους πο θ γυρίζανε ν μποροσαν
 πο χάθηκαν, τώρα πο γινε
 κόσμος να πέραντο ξενοδοχεο.

Δν ξέρω πολλ πράγματα π σπίτια,
θυμ
μαι τ χαρά τους κα τ λύπη τους
καμι
 φορά, σ σταματήσω-
κόμη
καμι
 φορά, κοντ στ θάλασσα, σ κάμαρες γυμνς
μ
᾿ να κρεβάτι σιδερένιο χωρς τίποτε δικό μου
κοιτάζοντας τ
 βραδινν ράχνη συλλογιέμαι
π
ς κάποιος τοιμάζεται ν ρθε, πς τν στολίζουν
μ
᾿ σπρα κα μαρα ροχα μ πολύχρωμα κοσμήματα
κα
 γύρω του μιλον σιγ σεβάσμιες δέσποινες
γκρίζα μαλλι
 κα σκοτεινς δαντέλες,
π
ς τοιμάζεται ν ᾿ ρθει ν μ᾿ ποχαιρετήσει-

, μι γυναίκα λικοβλέφαρη βαθύζωνη
γυρίζοντας 
π λιμάνια μεσημβρινά,
Σμύρνη Ρόδο Συρακο
σες λεξάντρεια,
π κλειστς πολιτεες σν τ ζεστ παράθυροφυλλα,
μ
 ρώματα χρυσν καρπν κα βότανα,
π
ς νεβαίνει τ σκαλι χωρς ν βλέπει
κείνους πο κοιμήθηκαν κάτω π᾿ τ σκάλα.

Ξέρεις τ σπίτια πεισματώνουν εκολα, σν τ γυμνώσεις.

 

TORDO 

I.              La casa vicino al mare 

Traduzione di Crescenzio Sangiglio 

Le case che possedevo me le hanno prese. Capitò che fossero anni bisesti: guerre rovine esili: talvolta il cacciatore trova gli uccelli migratori talvolta non li trova: ai miei tempi 

la caccia dava profitto, i pallini non pochi avevano beccato: gli altri ritornano e impazziscono nei rifugi. 

Non parlarmi dell’usignolo e nemmeno dell’allodola e neppure della piccina cutrettola
che traccia con la coda numeri nella luce:
non sono molto esperto di case 

so che si distinguono in razze, null’altro. Novelle all’inizio, come i neonati
che negli orti giocano con le frange del sole, ricamano persiane multicolori e porte luccicanti nella visuale del giorno: 

quando l’artefice finisce, mutano,
si riempiono di rughe o sorridono o ancora s’ indispettiscono con quelli che sono rimasti con quelli che sono partiti
con gli altri che se avessero potuto sarebbero tornati,
o si sono persi adesso che il mondo
è diventato un immenso albergo. 

Non m’intendo granché di case,
ricordo la loro gioia e la loro tristezza
qualche volta, quando mi ci fermo:
e ancora
qualche volta, accanto al mare, nelle stanze ignude
con un lettino di ferro senza nulla di mio
osservando il ragno serotino sto pensando
che qualcuno si prepara a venire, che lo stanno abbigliando con indumenti bianchi e neri e gioielli multicolori
e intorno a lui discorrono a bassa voce venerabili signore coi capelli grigi e foschi merletti,
e si accinge a venire a salutarmi:
o una donna dalle ciglia arcuate e l’ampia cintura
di ritorno dai porti del meridione, 

Smirne Rodi Siracusa Alessandria,
da paesi chiusi come calde persiane,
fragrante di frutti dorati e di erbe aromatiche, che sale i gradini senza vedere
quelli che si sono addormentati nel sottoscala. 

Sai, le case facilmente s’indispettiscono se venissero spogliate. 

domenica 16 ottobre 2022

Impariamo dai Greci, maestri di libertà, di parola, di pensiero, di bellezza


Monica Centanni-Paolo B. Cipolla Le radici della nostra cultura

Ritorna ciclicamente a vari livelli e in varie sedi, dai mezzi di comunicazione ai dibattiti parlamentari, la domanda: che senso ha oggi studiare il greco e il latino? Una domanda spesso rinfocolata da polemiche stucchevoli e argomenti pretestuosi: a che serve conoscere le lingue “morte”? 

Potremmo rispondere che veramente “morto” è solo ciò che “non lascia eredità d’affetti”, per citare Ugo Foscolo: e questo non si può certo affermare delle lingue classiche, che ci hanno lasciato un immenso patrimonio linguistico e culturale sul quale poggia la nostra civiltà e al quale continuamente attingiamo. L’italiano, come molte delle lingue parlate nel mondo, conta nel suo lessico innumerevoli parole derivate dal greco. La letteratura italiana, e in genere quella europea, fin dalle origini ha dialogato con l’antichità, ricavandone modelli, temi, idee, interi generi letterari come l’epica o il teatro: Dante non sarebbe Dante senza Virgilio (il quale a sua volta non esisterebbe senza Omero), e il teatro dell’età moderna nasce con la riscoperta, nel Rinascimento, da un lato del dramma antico e della Poetica di Aristotele, dall’altro delle tragedie di Seneca e delle commedie di Plauto e Terenzio. Risalire alle fonti di questa eredità, sia sul piano linguistico sia su quello culturale, significa capire meglio non solo la lingua che parliamo, ma anche la civiltà a cui apparteniamo e i suoi meccanismi. Significa capire meglio noi stessi. E alla facile obiezione che tentare di comprendere i testi letterari greci e latini affrontandoli nella loro lingua originale è una fatica inutile perché tanto ci sono già le traduzioni, potremmo replicare che fra una traduzione e un testo in lingua originale c’è la stessa differenza che passa tra una fotografia o un filmato e la realtà: la foto o il filmato possono essere anche opere d’arte in sé belle e poetiche -e tante traduzioni lo sono- ma non sono la realtà del testo. Leggere un testo in traduzione, senza poter nemmeno  buttare l’occhio sull’originale a fronte, ci preclude la possibilità di respirare l’aria autentica del testo antico con i suoi profumi, di ascoltarne la musicalità intendendone ritmi, toni, prosodia, di toccarlo come tocchiamo gli oggetti reali, di muoverci in quello spazio in modo libero e al contempo attento al dettaglio, e non secondo la prospettiva del traduttore che fa le funzioni del fotografo o del cineoperatore. Una traduzione ci restituisce il senso e il contenuto di un passo, ma difficilmente può riprodurne la sonorità con i suoi effetti ricercati, i giochi di parole, la ricchezza di significati e di legami semantici che ogni vocabolo porta con sé. Leggere i classici in lingua originale, frequentare gli antichi in un corpo a corpo con le loro parole, significa nutrirsi di “quel cibo che solum è mio”, come scriveva Niccolò Machiavelli negli anni dell’esilio dalla sua Firenze.

Oppure, provocatoriamente, potremmo dire che in verità studiare il greco non serve a niente. Ed è proprio per questo, proprio perché non “serve”, che questo sapere non è “servo” di nessuno: ci rende liberi, almeno nell’ambito della cura e dell’alimentazione della nostra anima, di fare qualcosa che non risponda solo alla logica stritolante del mercato, dell’utilità pratica a tutti i costi, delle “conoscenze, competenze e abilità spendibili nel mondo del lavoro”, che sono ormai diventate l’assillo principe di chi governa e indirizza la scuola e l’università mirando -almeno, è questa l’impressione che si ricava- a formare buoni e diligenti esecutori di compiti e non caratteri forti di conoscenze e allenati al senso critico.

Impariamo dai Greci, maestri di libertà, di parola, di pensiero, di bellezza: impariamo le loro parole e il loro modo di leggere il mondo. Se abbiamo la pazienza di ascoltare la loro voce, avremo sicuramente qualcosa di utile, di bello e di vero che “serve” a noi, alla nostra vita. 


01.  GRECO. LINGUA, STORIA E CULTURA DI UNA GRANDE CIVILTÀ

I MANUALΙ DEL CORRIERE DELLA SERA, MILANO 2022 

venerdì 17 giugno 2022

Δεν είναι εύκολο το φευγιό. Όσο κι αν το θέλεις.

Δεν είναι εύκολο το φευγιό. Όσο κι αν το θέλεις. Όσο κι αν σου αρέσει η ζωή σου αλλού. Όσο κι αν δεν σου άρεσε η ζωή στην Ελλάδα. Δεν είναι εύκολο να είσαι μακριά από όσους αγαπάς. Από όσα έχεις τις ωραίες αναμνήσεις της νιότης σου. Από τους φίλους που αγαπάς. Μα πιο πολύ από όλα δεν είναι εύκολο να ακούς τον πατέρα σου άθελά σου. “Ποιος ξέρει αν θα είμαστε και του χρόνου εδώ να τους δούμε πάλι;” της είπε και σκούπισε τα δάκρυά του μην τον δω. Δεν είναι εύκολο το κλάμα τουπατέρα σου -που το είδες πρώτη φορά- όταν του πήρες μακριά τα εγγόνια του. Δεν είναι εύκολο το κλάμα της μάνας σου όταν φεύγει το παιδί της. Ούτε η αίσθηση πως ότι κι αν χρειαστούν ή χρειαστείς είναι μακριά σου. Δεν είναι εύκολο να πω κάτι στα παιδιά μου όταν μένουν βουβά μετά τον αποχωρισμό και μου λένε “Δεν θέλω να κλαίει ο παππούς και η γιαγιά” ή ότι θέλουν κοντά τα ξαδέρφια τους. Δεν είναι εύκολο… και όλα αυτά είναι στην Ελλάδα. Τόσα πολλά που με κάνουν να χαρώ όταν τα βλέπω και να στεναχωριέμαι όταν τα αποχαιρετώ. Σαν παιδί λοιπόν κι εγώ στην καρδιά μου θα κρατήσω αυτόν τον ενθουσιασμό που έχει το αντάμωμα και σαν παιδί δεν θα σκέφτομαι τους αποχωρισμούς. Θα κρατήσω στην καρδιά μου την Ελλάδα που θέλω.


Μαργαρίτα Γεροχρήστου


http://www.allesgr.de/…/den-ine-efkolo-na-fevgis-apo-tin-el…

mercoledì 8 giugno 2022

Αυτός που πλεύρισε τον παλιό τοίχο ν΄απαγκιάσει

 Χτες το πρωί ήπια έναν καφέ στο ΙΤΗΠ με τον φίλο Αντώνη Μαραγκό, που θα παρουσιάσει στις 15 Ιουνίου στη Στέγη Πολιτισμού Τήνου ΜΟΣΧΟΥΛΑ το βιβλίο του ¨ΠΟΙΗΤΙΚΕΣ ΝΥΞΕΙΣ ΚΑΙ ΠΕΖΟΤΗΤΕΣ  ΜΕ ΛΟΓΟΤΕΧΝΙΚΕΣ ΦΙΛΟΔΟΞΙΕΣ¨.

Είναι ένα βιβλίο αφιερωμένο στο νησί, ανεξάντλητη πηγή της λογοτεχνικής του έμπνευσης.

Ο ύμνος στο Σκλαβοχώρι, όπου γεννήθηκε κι έζησε τα πρώτα του χρόνια, με συγκίνησε, γιατί άγγιξε βιώματα κοινά για όλους εμάς που είχαμε την τύχη, ναι την τύχη, να γεννηθούμε σε κάποιο χωριό της Τήνου.

Θέλω μες στις ρούγες του να σεργιανάει το μυαλό μου

Εκεί στου Σκλαβοχωριού ...κουρνιάζουν του μυαλού μου οι αντάρες

εκεί η μνήμη στο χρόνο μου εισβάλλει

εκεί ξανακούω φωνές λησμονημένες

Εκεί με δέος αναδιφώ το παρελθόν μου

Εκεί κι η μοναξιά ποτέ δεν ζει μονάχη

Εκεί σαν πιο γλυκός ηχεί κι ο ήχος της καμπάνας

Εκεί το φως πιο λαμπερό μου δείχνει

Εκεί πάντα απάνεμο το βρίσκω το μουράγιο

Εκεί τ΄αγκυροβόλι μου

Οι στίχοι αυτοί του Αντώνη μου θύμισαν τις ΝΥΞΕΙΣ του Γ. Ρίτσου:

Λιόγερμα. Λάμποντα χρώματα. Αγέρας.

Αυτός πλεύρισε τον παλιό τοίχο ν΄απαγκιάσει...

γι΄αυτά που χάθηκαν, για κείνα που δεν ήρθαν.

martedì 31 maggio 2022

Lors d'une promenade nocturne au pays de Kalloni (TINOS)




Quando la notte cala su Kalloni 
e la luna veglia dall'alto l'isola di Tinos