ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

mercoledì 10 ottobre 2018

Riflessioni sulla diaspora storica dei greci a Napoli



Nel Cinquecento molti greci approdarono in Italia meridionale via mare, lasciando in patria tutto e dovendo ripartire da zero, proprio come i tanti migranti che in ogni epoca – più o meno volontariamente – si sono avventurati sul Mediterraneo. 
Duemila anni prima, i loro antenati si erano stabiliti su queste coste per motivi essenzialmente demografici e commerciali. Adesso invece loro inseguivano semplicemente la libertà.
Da millenni le migrazioni -le diaspore- sono la spinta primaria delle trasformazioni delle società e delle identità, sono forze propulsive che mutano il corso della storia dei luoghi e degli uomini, favorendo la pluralità delle culture e delle visioni del mondo. Le diaspore producono mobilità degli uomini, diffusione delle culture diverse, nuove opportunità, nuovi innesti.

La caduta di Costantinopoli nel 1453 e l’invasione ottomana nei Balcani e nel Levante scatenò l’esodo e la grande fuga dei greci e dei cristiani verso l’Occidente. 
Le comunità, i sodalizi e le fratrie “nazionali” della diaspora sorte nell’Occidente cristiano, a partire dal XV secolo d.C., come conseguenza dell’espansionismo ottomano, divennero le nuove piccole patrie dei fuoriusciti e degli sfollati. 
I greci evacuati ottenevano infatti numerosi privilegi, popolando città e paesi in cui l’elemento diasporico divenne con il tempo significativo o almeno gruppo allogeno dinamico. 
Le loro comunità costituivano vere e proprie entità amministrative autocefale dell’Ellenismo diasporico; i greci riuscivano a integrarsi agevolmente nei paesi di accoglienza, organizzando comunità nazionali basate su tre fondamenta: chiesa nazionale, scuola di lingua greca, ospedale o conservatorio per fanciulle. 
La Grecia e l’Italia, grazie al Mediterraneo, sono legate da millenni da una storia comune, da una civiltà fondata sul mare, scandita da incontri e scontri, innesti, fusioni e fratture. Fin dall’antichità in Italia meridionale è attestata stabilmente un’altra Grecia. 
A partire dalle prime colonizzazioni in poi, migrazioni reiterate hanno contribuito a innestare e conservare una diaspora dinamica endemica e ben integrata, segnando in diacronia profondamente la storia complessiva di tutta questa regione. 
Tra la Grecia e l’Italia e gli altri paesi del Mediterraneo i flussi erano frequenti e costanti. E fu proprio l’Italia meridionale ad accogliere con una generosità senza paragoni il maggior numero di queste popolazioni migranti. 
Certamente greci e italiani hanno avuto sempre una vocazione marinara e il Mediterraneo ha svolto un ruolo centrale nella loro storia complessiva. 
Bisogna leggere questa loro storia comune proprio attraverso questo forte legame con il Mediterraneo.
L’Ellenismo moderno approdato in Italia dal XV secolo in poi a diverse ondate non si è mai staccato dal mare. 
Gran parte delle comunità diasporiche furono sorte in località vicino al mare, avendo i greci sempre molto vivo il dovere del Nostos, il ritorno in patria.


Il Mediterraneo è un crocevia antichissimo di popoli e culture con tutto ciò che ne consegue in termini di avvicinamento di popoli e condivisione di culture. Sul mare viaggiano merci e persone, ma anche la cultura e le tradizioni dei popoli. Forse è ancora questa la vera ricchezza del Mediterraneo. 
Come scriveva Fernand Braudel, da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendole la storia. 
Devo rilevare una cosa: per i greci l'area del mediterraneo costituì sempre un'unità e lo stesso Mediterraneo non veniva percepito come una frontiera ma come una via di comunicazione.
Il Mediterraneo ha rappresentato al medesimo tempo ostacolo e legame, punto di partenza, punto di arrivo, snodo, e, soprattutto, un elemento unificante per civiltà ostili e differenti di straordinaria vitalità. 
Le migrazioni sulle rotte del Mediterraneo possedevano molteplici connotati. Le diaspore furono non solo fuga e disseminazione, ma spesso anche accoglienza, integrazione e condivisione.
Questo mare non favorì solo la diaspora di uomini e popolazioni. Il Mediterraneo permise anche una diaspora della cultura, delle idee e delle tradizioni. 
Non sempre la storiografia ha colto pienamente il significato di questi flussi migratori, almeno per quanto riguarda il loro influsso e peso nel campo della cultura. L’esodo dei dotti greci in Occidente, specie in Italia, determinò una diaspora culturale di grande importanza storica e conseguenza significativa per il destino dell’Europa, dell’Ellenismo e della cultura. 
La diaspora storica è una chiave di lettura per ripercorrere le vicende dell'Ellenismo e dell'Europa in età moderna.
Il rinascimento culturale europeo, di certo favorito dalla diaspora dei dotti greci, segnò l’inizio dell’avanzamento pressoché costante dell’Europa sulla scena politica mondiale». 
La diaspora moderna fu una diaspora di grandi dimensioni. 
Ci sono ovviamente diaspore e diaspore. La storia della diaspora storica è molto sfaccettata e complessa.
Dal XV sec in poi i greci evacuati seguivano itinerari concordati, sulla base di concessioni ottenute prima. 
Chiaramente sulle comunità storiche c’è una ricca bibliografia.
Non ci fu solo Venezia, Napoli, Livorno, Messina, Ancona, Trieste, Barletta etc ma anche altre piccole enclaves diasporiche, alcune sorte nel '700, le quali tuttavia riscontrano solo qualche attenzione effimera ed episodica; enclaves sospese tra diaspora e nostos, dispersione e nostalgico ritorno.
Infatti moltissime piccole comunità italiane, come Montresta, ad esempio, in Sardegna, hanno intrecciato la loro storia con la diaspora dei greci nel Mediterraneo.


Manifestazione ad Atene per i 500 anni della chiesa dei greci di Napoli. 

Conferenza del prof. IOANNIS HASSIOTIS sulla diaspora dei greci (Cartellone d'Autunno di Tempo Forte 2018, 9 novembre 2018, SAIA, 18.00)


https://kellianos.blogspot.com/2018/10/manifestazione-ad-atene-per-i-500-anni.html

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