Χορός
695ἔστιν δ᾽ οἷον ἐγὼ γᾶς Ἀσίας οὐκ ἐπακούω
οὐδ᾽ ἐν τᾷ μεγάλᾳ Δωρίδι νάσῳ Πέλοπος πώποτε βλαστὸν
φύτευμ᾽ ἀχείρωτον αὐτόποιον,
ἐγχέων φόβημα δαΐων,
700ὃ τᾷδε θάλλει μέγιστα χώρᾳ,
γλαυκᾶς παιδοτρόφου φύλλον ἐλαίας:
τὸ μέν τις οὐ νεαρὸς οὐδὲ γήρᾳ
συνναίων ἁλιώσει χερὶ πέρσας: ὁ γὰρ αἰὲν ὁρῶν κύκλος
705λεύσσει νιν μορίου Διὸς
χἀ γλαυκῶπις Ἀθάνα.
Ma c'è una cosa qui
di cui non ho sentito altrove
notizia, in terra di Asia o nella dorica
isola di Pelope:
è una pianta che cresce libera,
una gemma spontanea e fa paura,
e i miei nemici la vogliono bruciare.
Rigoglioso germoglia
in questa terra verdeazzurro
un olivo che nutre i nostri figli.
Non lo distruggerete,
giovani o vecchi se cercate
di strapparlo con le mani perché
sempre lo osserva lo sguardo di Zeus
degli olivi, lo osservano
gli occhi azzurri di Atena.
(Sofocle, Edipo a Colono, vv.694-706, traduzione di A. Rodighiero)
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