"INSEGNARE GRECO significa specchiarsi nell'universo: astrarre, uscire, rientrare nei giorni, sapendoli finalmente per quel che sono: un insieme di parole, sparpagliate luci accese a comando per riconoscere le cose una alla volta dal fango al divino, una lunga fila di premesse del destino, se pure qualcuno si chiede del domani....
INSEGNARE GRECO significa ricollocare al loro posto tempo e spazio, ferirli di spada nel loro interferire continuo coi sentimenti umani, ammaestrarli, esorcizzarli, tagliandogli la provocatoria offesa di esistere. ...
Non è solo quell'eternità del cuore e della ragione a prenderci fino alla commozione; c'è al pari la bellezza inappuntabile della forma, quasi che le parole, il loro suono, il loro accoppiarsi e stringersi in frasi, versi e racconto fossero la spia diligente di una segreta ma sconfessabile armonia che regoli il mondo: la bellezza come consolazione al caos e alla sciagura : la bellezza quando l'occhio insegue a spiegarsi COME e PERCHÉ".
Da "Il mercante di luce" di R. Vecchioni:
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