MAGNA GRAECORUM MULTITUDO
In Italia, nella seconda metà del XVI sec., era presente una diaspora di circa 40.000 greci (magna Graecorum multitudo, secondo una bolla di papa Pio IV del 1564).
La diaspora dei greci dopo la caduta di Costantinopoli è un nodo imprescindibile per capire non solo la storia dell'Ellenismo moderno e dell'Italia ma anche la storia della stessa Europa.
Anche Montresta in Sardegna accoglieva nel 1750 una colonia di greci manioti fuggiti dalla Corsica.
La Segreteria di Stato a Torino approvava in data 13.2.1750 gli ordini del viceré al governatore di Sassari di proteggere e favorire le famiglie dei greci venuti dalla Corsica e concedeva l'insediamento nei salti di Montresta capaci di una popolazione di 500 famiglie, per essere tutti terreni d'aria ottima, fertili e buoni per grano, orzo, legumi e lino, esservi acque perenni, pietra per fabricare e per far calcina, bosco da legnare e per ogni sorte di lavoro. Et in oltre esservi due boschine di olivastri che ponno rendersi domestici.
Tuttavia in quel periodo altri progetti di ripopolamento massiccio della Sardegna prevedevano l'arrivo nell'isola di ca 4000 greci manioti: L'esservi fra questi Greci molta Gioventù robusta, ed esercitata nelle armi, mi da luogo di credere, scriveva il conte Lavriano a S.M., il 22.12.1753, che, oltre al vantaggio, che fosse per risultare dalla maggior Popolazione della Sardegna, e dal maggior commercio, che vi potessero introdurre, potrebbero anche servire i medesimi per difendere il Litorale dalle incursioni de'Barbareschi, o a qualunque altro uso militare.
Ci furono allora lunghe trattative per consentire tra il 1753 e il 1754 l'insediamento di 150 famiglie all'Asinara (per ivi dar sesto alle loro famiglie e coltivare tutto il terreno che capace in essa si ritrova ed il restante conciederglielo nella più vicina terra dell'Isola grande, bramando i supplicanti occupare la detta Isola non per altro che per più cautamente e sicuramente assicurare le loro vite), 240 famiglie a Sant'Antioco, 38 famiglie nella Nurra (Nota de'terreni che dovranno assegnarsi ad ogn'una delle famiglie de'greci che presentemente si stabiliscono, ed in avvenire si stabiliranno nel Regno di Sardegna nel luogo detto La Nurra, de' paia Bovio, grano, ed orzo per agricoltura, come anche de'territori necessari per il piantamento delle vigne, alberi fruttiferi, e specialmente de'moroni) e altre ancora famiglie a Longosardo (l'attuale S.Teresa di Gallura), a Porto Conte, a Fiume Santo (Regio Dispaccio del 11.9.1754) e nel distretto di Carbonara.
Un regio dispaccio del 24.1.1754 incaricava il Supremo Consiglio ad esprimere un parere sui diversi progetti: osservarete che sono bensì tutti cattolici, ma desiderano di occupare un Isola, od un Territorio vicino al Mare, allegandosi esser poco salubre l'aria di Montresta. Già voi sapete ... che nè si è finora inteso che alcuno sia morto a cagione dell'aria, che non vogliamo dar mano alla Popolazione d'Isole sinché sia compiuta quella dell'Isola di S. Pietro, che non conviene l'introduzione di un loro commercio a Porto Conte, ne in altri siti vicini al mare per più riflessi di Religione, di buon Governo, ed anche di vantaggio del Paese.. Onde si facesse di tutti una sola popolazione a Montresta, e contorni, tanto più che il principale fine della Popolazione dev'esser quello di render coltivi i molti terreni che si sono lasciati ingerbidire.
Il Supremo Consiglio con parere del 31.1.1754 suggeriva il popolamento del distretto di Carbonara per i seguenti motivi: riflettendo non potersi concedere l'Isola di S. Antioco stante la trattativa di popolare dall'arcivescovo di Cagliari, non l'Asinara per esser vicina a Bonifacio, e tantomeno Longosardo ch'è attinente, e vi potrebbero ricoverarsi i malviventi, e nemmeno Porto Conte ch'è uno de migliori porti poco distante dalla Corsica, e circondato da Monti verso il concentrico del Regno, ha suggerito come sito proprio il Distretto di Carbonara nella punta meridionale di Sardegna, con aria e Terreni buoni, con Torri e Spiaggie, Colline abundanti di boschi ... totalmente opposta alla Corsica... A riguardo delle Persone di detta Colonia avendo trattato probabilmente con i banditi di Sardegna, ed essendo ben affette alla Repubblica, vi sarebbe motivo di dubitare, od almeno non devono mai mettersi in Isole, o nelle vicinanze della Corsica e Liguria.
Il 4 aprile 1754 venivano siglati a Torino dei capitoli per stabilire 600 anime nell'isola di S. Antioco:
CAP.1 Dovranno le suddette famiglie, come altresì i loro discendenti essere e vivere sempre da buoni e veri cattolici romani, servito il rito greco, che S. M. loro permetterà continuare, ed in difetto dell'osservanza della Religione Cattolica con tal rito s'intenderanno decaduti da ogni Concessione.
CAP.2 Tutti li Capì di Famiglia saranno tenuti alla prestazione del giuramento di fedeltà per se e suoi discendenti verso S. M. ... senza che si possa mai smembrare mai dalla Corona l'Isola suddetta di S. Antioco.
CAP.7 Si farà edificare in detta Isola una Chiesa secondo il rito Greco e provvedere delle suppellettili necessarie. Di essa avrà il Regio Patronato S. M., la quale farà perciò somministrare dal Regio Erario a'detti Greci la Somma di lire due mila di Piemonte e sarà loro cura di farla costruere...
CAP.8 Spetterà a S. M. la nomina di quell'Ecclesiastico pratico del rito, e lingua Greca, che avrà la direzione della Chiesa e di tutta la Colonia nello Spirituale a tenore delle Bolle Pontificie e con subordinazione e dipendenza dal Vescovo del luogo....
CAP. 24 S'intenderà conceduto a'detti Famiglie il porto, e la ritenzione delle armi... Cioè sarà loro lecito di portare lo schioppo e la sciabola, ma quanto alle pistole e carabine potranno solamente servire e in caso d'invasione di Barbari, od altri Nemici, epperciò dovranno custodirsi in quel posto, che sarà stabilito dal Governo ...
CAP. 25 Sarà proibito a questa Colonia di ricevere alcuno de Greco Corsi di Montresta, che volesse trasferirsi ad abitare e fissare sua residenza nell'Isola, sotto le pene arbitrarie al Viceré, e nemmeno vi si potrà ammettere là un'altra Famiglia di Greci, ancorché Cattolici, proveniente da qualunque Parti, che voglia ivi introdurre la sua permanenza, ed misti alla suddetta Colonia, salvo che vi preceda il Speciale permesso della M.S.
CAP. 26 Saranno obbligati li Greci di questa Colonia servire S. M. per Mare, e per Terra, sempre e quando verrano comandati.
Sabato, 2 marzo, alle ore 18.00, alla Libreria Koinè di Porto Torres il giornalista Emanuele Fancellu incontrerà Jannis Korinthios dell'Università della Calabria, già promotore insieme con il Comune di Montresta dal 2010 del progetto trilaterale NOSTOS.
Jannis Korinthios presenterà il suo ultimo libro I Greci di Napoli e del Meridione d'Italia dal XV al XX secolo, pubblicato a Cagliari (dicembre 2012), da AM&D Edizioni.
Questa iniziativa si svolge con il patrocinio del Ministero degli Esteri di Atene, dell’Ambasciata di Grecia a Roma, della Sezione Italiana della Fondazione Ellenica di Cultura e del Comune di Montresta.
AM&D Edizioni inaugura con questo libro una nuova collana che prevede l'uscita di una serie di volumi sulle varie diaspore che hanno segnato la storia della Sardegna, dell'Italia e del Mediterraneo. E' infatti in via di imminente pubblicazione il secondo volume della collana (Nostos, Montresta e i Greci: diaspore, emigrazioni e colonie nel Mediterraneo del XVIII secolo) interamente dedicato alla storia di Montresta, a cura di Stefano Pira dell'Università di Cagliari.