ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

domenica 8 agosto 2010

Riflessioni sulla storia di Montresta, in occasione del NOSTOS 2010.



Un libro di Pietro Citati su Ulisse e l'Odissea ha per titolo La mente colorata. Questo titolo mi fa pensare agli uomini di Mani in Grecia, di Cargèse in Corsica e di Montresta in Sardegna. Questi greci della diaspora, al pari di Ulisse (il patrono per eccellenza dei migranti), erano uomini che avevano scelto la libertà del viaggio come scelta di vita; essi non erano certo naufraghi, né vagabondi senza meta, ma piuttosto uomini che cercavano consapevolmente se stessi, attraversando confini e lungamente errando, sempre alla ricerca di nuovi orizzonti di vita per realizzare i propri sogni. L'ombra di Ulisse si allunga pertanto sulla storia epica di Montresta, il paese dei greci di Sardegna. Anche i greci di Montresta, come i loro fratelli di Cargèse e i loro antenati di Mani, hanno conosciuto il mare smisurato e il mistero affascinante della terra sconfinata. Ulisse è l'archetipo del migrante aperto al futuro, del pioniere spinto dal desiderio indomabile di provare e di sapere. Ulisse è il simbolo della civiltà fondata sul mare; egli ha indicato ai posteri un modello di vita protesa a superare ogni limite ontologico. Ulisse si reincarna negli uomini di ogni diaspora; essi, pur vagando per mari ignoti e di terra in terra, alla ricerca della Nova Terra, restano ostinatamente attaccati alle proprie origini culturali, all'amata Itaca; essi, certamente, avevano non solo radici sicure ma anche ali possenti per poter volare verso mete lontane. Gli uomini delle diaspore erano sempre uomini flessibili, dotati di tenacia caparbia, uomini tosti capaci di affrontare in positivo il destino amaro dello sradicamento. Montresta ha rappresentato per i greci la realtà tangibile del Nuovo Mondo da ripopolare dopo l'esodo forzato dalla Corsica per la perdita violenta delle proprie case. Questi greci erranti scelsero volontariamente la fuga organizzata per costruire a Montresta nuove case per i propri cari; così facendo arricchirono la propria identità e storia con nuovi apporti culturali, con nuovi legami, affetti, profumi e colori (i boschi e i monti di Montresta ricordano l'Arcadia mitica dove nacque Ermes). Una volta traghettato il breve tratto di mare, che separa la Corsica dalla Sardegna, i greci decisero di radicarsi nella zona intorno alla chiesa di San Cristoforo (il santo traghettatore) per praticare la saggezza delle mani e l'arte dell'ingegno multiforme. La vita è fatta in effetti sempre di svolte che marcano non solo quanto si perde ma anche quanto si guadagna esplorando nuove vie. Proprio così nacque in Sardegna la Montresta dei greci.

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