ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

venerdì 3 marzo 2017

L’eredità della Grecia oggi (Seconda Giornata Mondiale della Lingua e della Cultura Greca, Napoli, 9 febbraio 2017, Accademia Belle Arti)



Il mio breve intervento di quest’oggi verterà sull’eredità che la cultura greca ha lasciato ai secoli successivi e all’età contemporanea. La corrente era della comunicazione globale, che si esplicita attraverso  l’uso di  smartphones e di social networks, ha generato in noi la consapevolezza di far parte di un’unica realtà. Le radici di ciò vanno ricercate non più in là del periodo compreso tra IV e I secolo a.C., noto come “età ellenistica”, momento storico fecondissimo per la cultura  greca e decisivo per la formazione del sapere europeo come lo conosciamo oggi.                                                                                                 
Può sembrare un paradosso, ma il passaggio dal microcosmo della città-stato al macrocosmo dei regni ellenistici produce senza dubbio effetti paragonabili a quelli della globalizzazione, quali l’idea di cosmopolitismo, il continuo movimento  da un capo all’altro del mondo greco di intellettuali, non diversamente da quelli che oggi chiamiamo cervelli in fuga, e la conseguente  nascita di nuovi poli culturali, come Pergamo e Alessandria. In poche parole, sincretismo culturale, un esempio su tutti la tragedia  Exagoge dell’ebreo alessandrino  Ezechiele, di cui ci restano purtroppo solo dei frammenti. E ancora, sincretismo religioso, evidente nella fusione tra religione egizia e politeismo ellenico sotto i Tolomei e nell’originale “buddismo greco” sviluppatosi nel regno di Bactra, compreso tra gli attuali Afghanistan e India.                                                                              
A fare da collante linguistico e culturale tra etnie e popoli diversissimi tra loro è la koiné, ruolo svolto oggi dall’inglese, e questa universalizzazione di pensiero si riflette nei temi e nella letteratura. Ne è un saggio il teatro di Menandro, la cui  acuta capacità di rappresentare la società contemporanea in modo apparentemente disimpegnato sarebbe stata ripresa nel XIX secolo da Oscar Wilde, il più “classico” dandy che l’Inghilterra vittoriana abbia mai avuto.                                                                                       E oggi, che il liceo classico con lo studio del latino e del greco sono bistrattati e non compresi dai più, spetta a noi giovani  riscoprire nel passato le radi

ci del nostro presente, per costruire un nuovo futuro, consapevoli dei valori di questa straordinaria cultura, che non ha ancora smesso di parlarci, e forse non cesserà mai di farlo.

Lorenza Pesacane
IIIE, Liceo “Vittorio Emanuele II”,                                                 
A.s. 2016/























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