ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

lunedì 25 luglio 2016

Un confronto tra Roma e Napoli. Per il momento, Napoli vincente.

Roma-Napoli, biglietto di sola andata
Un confronto tra le due città di GIUSEPPE CERASA



http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/07/24/news/roma-napoli_biglietto_di_sola_andata-144737007/

Guardare Napoli il giorno della presentazione della Guida ai piaceri e ai sapori della Campania edita da Repubblica, crea una serie di sensazioni contrastanti e spinge a osare alcuni paragoni imbarazzanti. Cominciamo dal sindaco Luigi De Magistris. Può piacere oppure no, può emozionare oppure no la sua decisione di voltare le spalle a Renzi di ritorno a Napoli e di andare a Palermo a ricordare Borsellino. Sta di fatto che rappresenta, in questo momento, il simbolo del riscatto di Napoli e della emancipazione del Sud. Napoli capitale del Mezzogiorno impegnata in una lotta senza pari per la dignità, il decoro urbano e il capovolgimento degli stereotipi del passato. Se guardi le strade di Napoli ti accorgi che sono più pulite di quelle di Roma, che i cassonetti non sono mai stracolmi, che i cinghiali non ruminano per strada come accade nella Capitale d’Italia. Napoli un tempo simbolo europeo del degrado e della vergogna metropolitana, prova ad uscire dal tunnel e lo fa con tutte le sue forze. Con dignità e orgoglio. Il paragone con Roma è inevitabile. Aver preso il lungomare Caracciolo e chiudendolo al traffico certifica una una dose di coraggio. Provate a Roma a chiudere una piazza, la gente, i commercianti si rivolterebbero, gridando alla scandalo, minacciando di licenziare i dipendenti. Provate a prendere un taxi a Termini, sarete assaliti da abusivi che vi offrono corse di sicuro vantaggio, per loro. Provate a spingervi verso Ostia, cercate i gabbiani e vi accorgerete che stanno tutti a Roma, famelici, inquietanti, qualche volta pericolosi, pronti a rovistare tra i rifiuti come fanno ogni giorno centinaia di poveracci che non riescono a girare la giornata.

Qualche volta, mi raccontano, i gabbiani sono entrati nelle case, negli uffici, seminando il panico. In genere stanno dovunque sui tetti delle macchine, sui lampioni, sulle rive del Tevere sempre più immondo (non ci sarà mai nessun Kendridge che con la sua arte riuscirà a dare dignità a questa contemporanea cloaca massima). Spostiamo l’obbiettivo su Napoli, spingiamoci sul Lungomare all’altezza di Castel dell’Ovo. È lì sul mare piatto e luccicante si vedono le piume di migliaia di gabbiani che stazionano placidi sull’acqua. Anche quella è un cartolina che dalle Falde del

Vesuvio arriva fino al Colosseo, per rimbalzare sul Campidoglio. Una fotografia aggiornata del capovolgimento dei parametri e della dimostrazione che si può tenere il decoro senza oltraggiare e infastidire troppo i cittadini.

Adesso tocca a Virginia Raggi provare a ristabilite i termini del confronto e a pareggiare, almeno, un incontro-confronto che in alcuni casi vede, per il momento, Napoli vincente.

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