ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

venerdì 29 luglio 2016

L’ammissione dell’FMI: la Grecia è stata sacrificata per salvare l’euro

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L’ammissione dell’FMI: la Grecia è stata sacrificata per salvare l’euro

http://www.eunews.it/2016/07/29/lammissione-dellfmi-la-grecia-e-stata-sacrificata-per-salvare-leuro-2/65607
[di Ambrose Evans-Pritchard] Una scioccante indagine interna del Fondo rivela che la Grecia è stata sacrificata per salvare l’euro e le banche del Nord Europa. 
di Ambrose Evans-Pritchard 
Le più alte cariche del Fondo monetario internazionale hanno ingannato il proprio board, fatto una serie di clamorosi errori di giudizio sulla Grecia, sposato incondizionatamente la causa dell’euro, ignorato tutte le avvisaglie di un’imminente crisi e trascurato un aspetto di base delle unioni monetarie.
Questo è il verdetto lacerante dell’Independent Evaluation Office (IEO), un organismo indipendente all’interno dell’istituto di Washington, sulla disastrosa gestione della crisi dell’euro da parte del Fondo. Il rapporto di 650 pagine dell’IEO rivela «cultura della compiacenza», incline all’analisi «superficiale e meccanicista», e un sistema di governance apparentemente fuori controllo.
L’ufficio di valutazione indipendente del fondo è autorizzato a passare sopra la testa del direttore generale, Christine Lagarde, e risponde unicamente al consiglio dei direttori esecutivi, molti dei quali – in particolar modo quelli provenienti dall’Asia e dall’America Latina – sono furiosi per il modo in cui alcuni ufficiali dell’UE hanno utilizzato il Fondo per salvare la propria unione monetaria ed il proprio sistema bancario.
I tre salvataggi della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda sono stati senza precedenti per dimensioni e carattere. Ai tre paesi è stato permesso di prendere in prestito oltre il 2,000% della loro quota allocata – più di tre volte il limite normale –, pari all’80% di tutti i prestiti del Fondo tra il 2011 ed il 2014.
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In un’ammissione sorprendente, il rapporto dice che i propri investigatori non sono stati in grado di accedere a documenti chiave o di gettare luce sulle attività della «task-force segreta» assegnata ai salvataggi. Nessuna accusa di ostruzionismo è stata rivolta alla Lagarde.
«Molti documenti sono stati preparati al di fuori dei canali prestabiliti; la documentazione scritta relativa alle questioni più delicate è irreperibile. L’IEO in alcuni casi non è stato in grado di determinare chi ha preso certe decisioni o quali informazioni fossero disponibili, né è stato in grado di valutare i ruoli giocati dal management e dallo staff del Fondo», si legge nel rapporto.
Il rapporto afferma che l’intero approccio del Fondo alla zona euro è stato caratterizzato dal “pensiero di gruppo”. Non esistevano piani di riserva su come affrontare una crisi sistemica nella zona euro – o su come gestire la politica di un’unione monetaria multinazionale – perché era stato escluso a priori che ciò potesse accadere.
«Prima del lancio dell’euro, le dichiarazioni pubbliche dell’FMI tendevano a sottolineare i vantaggi della moneta comune», si legge. Alcuni membri dello staff avevano avvertito che il progetto dell’euro presentava delle falle fondamentali, ma sono stati ignorati. «Dopo un intenso dibattito interno, è prevalsa una posizione favorevole a quello che veniva percepito come il progetto politico dell’Europa».
Questo pregiudizio pro-euro ha continuato a condizionare il pensiero del Fondo per anni. «L’FMI è rimasto ottimista circa la solidità del sistema bancario europeo e la qualità della vigilanza bancaria nei paesi dell’area dell’euro fino a dopo l’inizio della crisi finanziaria globale, a metà del 2007. Questo era in gran parte dovuto alla disponibilità dell’FMI di prendere per buone le rassicurazioni delle autorità nazionali e della zona euro», sostiene il rapporto. L’FMI ha persistentemente minimizzato i rischi rappresentati dai crescenti deficit delle partite correnti e dal deflusso di capitali verso la periferia della zona euro, e ha trascurato il pericolo di un “arresto improvviso” di tali flussi.
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«La possibilità di una crisi da bilancia dei pagamenti in un’unione monetaria era considerata praticamente inesistente». A metà del 2007, l’FMI pensava ancora che «in vista dell’adesione della Grecia all’unione monetaria, la capacità di reperire finanziamenti esteri non è un problema». Alla radice del problema vi era l’incapacità di capire che un’unione monetaria senza Tesoro o unione politica è intrinsecamente vulnerabile alle crisi del debito. In caso di shock, gli Stati non hanno più gli strumenti sovrani per difendersi. Il rischio di bancarotta si sostituisce al rischio di svalutazione.
«In un’unione monetaria, in cui i paesi rinunciano ad una politica monetaria indipendente e alla variabile del tasso di cambio, le dinamiche del debito cambiano», nota il rapporto. Questi problemi vengono poi amplificati dall’esistenza di un «circolo vizioso tra banche e governi». Il fatto che l’FMI non sia riuscito ad anticipare nulla di tutto ciò è una grave colpa scientifica e professionale.
In Grecia, il Fondo monetario internazionale ha violato uno dei suoi princìpi cardine, sottoscrivendo il primo bailout del paese, nel 2010, pur sapendo di non poter offrire alcuna garanzia sul fatto che il pacchetto avrebbe portato i debiti del paese sotto controllo o messo il paese sulla via della ripresa, ed erano molti a sospettare che il piano fosse condannato al fallimento fin dall’inizio.
Il Fondo ha aggirato questa regola riscrivendo radicalmente la propria politica in materia di salvataggi, per consentire una deroga (da allora abolita) in caso di rischio di contagio sistemico. «Il board non è stato consultato o informato», sostiene il rapporto. I direttori hanno scoperto la bomba «nascosta nel testo» del pacchetto greco, ma a quel punto era troppo tardi.
Quando è stato trascinato nella crisi greca, l’FMI si trovava in una situazione poco invidiabile. La crisi dei mutui subprime era ancora fresca nella memoria di tutti. «Sono state espresse preoccupazioni in merito al fatto che un tale credit event potesse diffondersi ad altri membri della zona euro, e più in generale al resto della fragile economia globale». La zona euro non aveva alcuna difesa contro un eventuale contagio e le sue banche già vacillavano. La Banca centrale europea non aveva ancora assunto il ruolo di prestatore di ultima istanza. Una ristrutturazione del debito greco veniva ritenuta troppo rischiosa.
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Anche se le azioni del Fondo potevano apparire giustificabili nel pieno della crisi, la dura verità è che la Grecia è stata sacrificata per salvare l’euro e le banche del Nord Europa. La Grecia ha dovuto sopportare una terapia shock a base di austerità senza le tradizionali compensazioni prescritte dell’FMI: un taglio del debito e una svalutazione competitiva.
Un altro rapporto sulla saga greca spiega che il paese è stato costretto ad una stretta fiscale violentissima, pari all’11% del PIL nei primi tre anni. Più la situazione peggiorava, più il paese era costretto a tagliare, in quello che l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha definito “waterboarding fiscale”.

giovedì 28 luglio 2016

L'ora di tutti di Maria Corti, metafora di ogni assedio

Cinquanta quattro anni fa Feltrinelli pubblicava il romanzo  capolavoro di Maria Corti, “L’ora di tutti” .
Va riletto “L’ora di tutti”, un romanzo che racconta della presa di Otranto da parte dei turchi nel 1480, una tremenda mattanza che mietette migliaia di vittime passate a fil di sciabola. 
Così quei morti che parlano da un luogo fuori dal tempo, raccontando le proprie passioni, le proprie paure, il loro orgoglio e la propria innocenza, diventano artefici di un coro triste e dolente. Nel suo essere metastorico e antirealistico, “L’ora di tutti” restituisce dei laceranti brandelli di vita. Si fa metafora di ogni assedio.
“L’ora di tutti” rimane un libro importantissimo nella letteratura del Novecento, un libro incredibilmente moderno con cui fare i conti. 
http://www.minimaetmoralia.it/wp/author/leogrande/

mercoledì 27 luglio 2016

Alex Zanardi rilegge l'Itaca di Kavafis?

"Ho capito che il segreto per vivere bene è godersi il percorso perché quando tagli il traguardo è finita e subentra sempre un po' di malinconia"

Alex Zanardi, Corriere della Sera, 26 luglio 2016, p. 49

Soprattutto, non affrettare il viaggio; 
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio 
metta piede sull’isola, tu, ricco 
dei tesori accumulati per strada 
senza aspettarti ricchezze da Itaca. 
Itaca ti ha dato il bel viaggio, 
senza di lei mai ti saresti messo 
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. 
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso 
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Kavafis, Itaca (1911)

lunedì 25 luglio 2016

Un confronto tra Roma e Napoli. Per il momento, Napoli vincente.

Roma-Napoli, biglietto di sola andata
Un confronto tra le due città di GIUSEPPE CERASA



http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/07/24/news/roma-napoli_biglietto_di_sola_andata-144737007/

Guardare Napoli il giorno della presentazione della Guida ai piaceri e ai sapori della Campania edita da Repubblica, crea una serie di sensazioni contrastanti e spinge a osare alcuni paragoni imbarazzanti. Cominciamo dal sindaco Luigi De Magistris. Può piacere oppure no, può emozionare oppure no la sua decisione di voltare le spalle a Renzi di ritorno a Napoli e di andare a Palermo a ricordare Borsellino. Sta di fatto che rappresenta, in questo momento, il simbolo del riscatto di Napoli e della emancipazione del Sud. Napoli capitale del Mezzogiorno impegnata in una lotta senza pari per la dignità, il decoro urbano e il capovolgimento degli stereotipi del passato. Se guardi le strade di Napoli ti accorgi che sono più pulite di quelle di Roma, che i cassonetti non sono mai stracolmi, che i cinghiali non ruminano per strada come accade nella Capitale d’Italia. Napoli un tempo simbolo europeo del degrado e della vergogna metropolitana, prova ad uscire dal tunnel e lo fa con tutte le sue forze. Con dignità e orgoglio. Il paragone con Roma è inevitabile. Aver preso il lungomare Caracciolo e chiudendolo al traffico certifica una una dose di coraggio. Provate a Roma a chiudere una piazza, la gente, i commercianti si rivolterebbero, gridando alla scandalo, minacciando di licenziare i dipendenti. Provate a prendere un taxi a Termini, sarete assaliti da abusivi che vi offrono corse di sicuro vantaggio, per loro. Provate a spingervi verso Ostia, cercate i gabbiani e vi accorgerete che stanno tutti a Roma, famelici, inquietanti, qualche volta pericolosi, pronti a rovistare tra i rifiuti come fanno ogni giorno centinaia di poveracci che non riescono a girare la giornata.

Qualche volta, mi raccontano, i gabbiani sono entrati nelle case, negli uffici, seminando il panico. In genere stanno dovunque sui tetti delle macchine, sui lampioni, sulle rive del Tevere sempre più immondo (non ci sarà mai nessun Kendridge che con la sua arte riuscirà a dare dignità a questa contemporanea cloaca massima). Spostiamo l’obbiettivo su Napoli, spingiamoci sul Lungomare all’altezza di Castel dell’Ovo. È lì sul mare piatto e luccicante si vedono le piume di migliaia di gabbiani che stazionano placidi sull’acqua. Anche quella è un cartolina che dalle Falde del

Vesuvio arriva fino al Colosseo, per rimbalzare sul Campidoglio. Una fotografia aggiornata del capovolgimento dei parametri e della dimostrazione che si può tenere il decoro senza oltraggiare e infastidire troppo i cittadini.

Adesso tocca a Virginia Raggi provare a ristabilite i termini del confronto e a pareggiare, almeno, un incontro-confronto che in alcuni casi vede, per il momento, Napoli vincente.

2ο ΙΣΤΟΡΙΚΟ ΣΥΝΕΔΡΙΟ ΤΗΝΟΥ «ΟΨΕΙΣ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ ΤΩΝ ΚΛΑΣΙΚΩΝ ΧΡΟΝΩΝ»


domenica 24 luglio 2016

Ο Ηρόδοτος μας δίνει στοιχεία για να ερμηνεύσουμε τις μηχανορραφίες του Ερδογάν. Per interpretare la strategia della tensione e il colpo di stato di Erdogan, basta rileggere Erodoto.

[1.59.1] Τούτων δὴ ὦν τῶν ἐθνέων τὸ μὲν Ἀττικὸν κατεχόμενόν τε καὶ διεσπασμένον ἐπυνθάνετο ὁ Κροῖσος ὑπὸ Πεισιστράτου τοῦ Ἱπποκράτεος τοῦτον τὸν χρόνον τυραννεύοντος Ἀθηναίων. Ἱπποκράτεϊ γὰρ ἐόντι ἰδιώτῃ καὶ θεωρέοντι τὰ Ὀλύμπια τέρας ἐγένετο μέγα· θύσαντος γὰρ αὐτοῦ τὰ ἱρὰ οἱ λέβητες ἐπεστεῶτες καὶ κρεῶν τε ἐόντες ἔμπλεοι καὶ ὕδατος ἄνευ πυρὸς ἔζεσαν καὶ ὑπερέβαλον. [1.59.2] Χίλων δὲ ὁ Λακεδαιμόνιος παρατυχὼν καὶ θεησάμενος τὸ τέρας συνεβούλευε Ἱπποκράτεϊ πρῶτα μὲν γυναῖκα μὴ ἄγεσθαι τεκνοποιὸν ἐς τὰ οἰκία, εἰ δὲ τυγχάνει ἔχων, δεύτερα τὴν γυναῖκα ἐκπέμπειν, καὶ εἴ τίς οἱ τυγχάνει ἐὼν παῖς, τοῦτον ἀπείπασθαι. [1.59.3] οὐκ ὦν ταῦτα παραινέσαντος Χίλωνος πείθεσθαι θέλειν τὸν Ἱπποκράτεα· γενέσθαι οἱ μετὰ ταῦτα τὸν Πεισίστρατον τοῦτον, ὃς στασιαζόντων τῶν παράλων καὶ τῶν ἐκ τοῦ πεδίου Ἀθηναίων, καὶ τῶν μὲν προεστεῶτος Μεγακλέος τοῦ Ἀλκμέωνος, τῶν δὲ ἐκ τοῦ πεδίου Λυκούργου ‹τοῦ› Ἀριστολαΐδεω, καταφρονήσας τὴν τυραννίδα ἤγειρε τρίτην στάσιν, συλλέξας δὲ στασιώτας καὶ τῷ λόγῳ τῶν ὑπερακρίων προστὰς μηχανᾶται τοιάδε· [1.59.4]τρωματίσας ἑωυτόν τε καὶ ἡμιόνους ἤλασε ἐς τὴν ἀγορὴν τὸ ζεῦγος ὡς ἐκπεφευγὼς τοὺς ἐχθρούς, οἵ μιν ἐλαύνοντα ἐς ἀγρὸν ἠθέλησαν ἀπολέσαι δῆθεν, ἐδέετό τε τοῦ δήμου φυλακῆς τινος πρὸς αὐτοῦ κυρῆσαι, πρότερον εὐδοκιμήσας ἐν τῇ πρὸς Μεγαρέας γενομένῃ στρατηγίῃ, Νίσαιάν τε ἑλὼν καὶ ἄλλα ἀποδεξάμενος μεγάλα ἔργα. [1.59.5] ὁ δὲ δῆμος ὁ τῶν Ἀθηναίων ἐξαπατηθεὶς ἔδωκέ οἱ τῶν ἀστῶν καταλέξας ἄνδρας τούτους οἳ δορυφόροι μὲν οὐκ ἐγένοντο Πεισιστράτου, κορυνηφόροι δέ· ξύλων γὰρ κορύνας ἔχοντες εἵποντό οἱ ὄπισθε. [1.59.6] συνεπαναστάντες δὲ οὗτοι ἅμα Πεισιστράτῳ ἔσχον τὴν ἀκρόπολιν. ἔνθα δὴ ὁ Πεισίστρατος ἦρχε Ἀθηναίων.


LA TIRANNIDE DI PISISTRATO. Così scrive Erodoto nelle sue Storie (I, 1) in riferimento al modo in cui Pisistrato ottenne la tirannide ad Atene: «Escogitò il seguente stratagemma. Ferì se stesso e le proprie mule e poi spinse il carro nella piazza centrale fingendo di essere sfuggito a un agguato di nemici che, a sentire lui, avrebbero avuto la chiara intenzione di ucciderlo mentre si recava in un suo campo; chiese pertanto che il popolo gli assegnasse un corpo di guardia, anche in considerazione dei suoi meriti precedenti, quando, stratega all'epoca della guerra contro i Megaresi, aveva conquistato il porto di Nisea e realizzato altre grandi imprese. Il popolo ateniese si lasciò ingannare e gli concedette di scegliere fra i cittadini un certo numero di uomini, i quali diventarono i lancieri privati di Pisistrato, o meglio i suoi ‘mazzieri’, visto che lo scortavano armati di mazze di legno. Questo corpo di guardia contribuì al colpo di stato di Pisistrato occupando l'acropoli».

http://www.lettera43.it/firme/per-capire-il-terrorismo-rileggetevi-erodoto_43675240766.htm#.V4ysDmL4zU1.facebook

mercoledì 20 luglio 2016

Η ελληνική γλώσσα στην ιταλική Γερουσία μετά από ενέργειες της Ομοσπονδίας Ελληνικών Κοινοτήτων και Αδελφοτήτων- Πρόταση στην UNESCO να αναγνωριστεί ως πολιτιστική κληρονομιά της ανθρωπότητας

Στην Ολομέλεια του σώματος, μετά από ενέργειες της Ομοσπονδίας Ελληνικών Κοινοτήτων και Αδελφοτήτων και της Φιλελληνικής Εταιρείας Ιταλίας, κι έπειτα μετά από σχετική πρόταση, η ιταλική Γερουσία ζητάει από την κυβέρνηση της χώρας να καταθέσει πρόταση στην UNESCO για να αναγνωριστούν τα λατινικά και τα ελληνικά, ως άυλη «πολιτιστική κληρονομιά της ανθρωπότητας», στην Ευρώπη και πέρα από αυτήν γιατί λειτουργούν ως «ενοποιητικό στοιχείο του δυτικού πολιτισμού».
Ακόμα, η πρόταση επισημαίνει την ανάγκη η κυβέρνηση να λειτουργήσει ως εγγυητής για τη διάσωση των κλασικών σπουδών, στο πλαίσιο μιας «παγκόσμιας και ανθρώπινης εκπαίδευσης των νέων γενεών».
Η Γερουσία ζητάει να δώσει η UNESCO στην Ιταλία το καθεστώς του «συμβολικού θησαυροφυλακίου» και σταυροδρομιού του ελληνικού και λατινικού πολιτισμού και των γλωσσών.
Η Ομοσπονδία Ελληνικών Κοινοτήτων και η Φιλελληνική Εταιρεία διεκδικούν την αναγνώριση της κλασικής παιδείας ως άυλης κληρονομιάς της ανθρωπότητας, αλλά και την καθιέρωση παγκόσμιας ημέρας ελληνικής γλώσσας και πολιτισμού.
Οι δύο επιδιώξεις συνδέονται μια και στον εορτασμό της παγκόσμιας ημέρας στη Νάπολη, τον Μάιο, κλασικά λύκεια είχαν πάρει μέρος σε «μαραθώνιο» ελληνικού λόγου, ενώ το θέμα της κλασικής παιδείας είχε συζητηθεί σε εκδήλωση, παρουσία πολιτικών και εκπροσώπων της αυτοδιοίκησης.

http://www.topontiki.gr/article/178503/i-elliniki-glossa-stin-italiki-geroysia-protasi-stin-unesco-na-anagnoristei-os

martedì 19 luglio 2016

Που βαδίζει η Ευρωπαϊκή Ένωση μετά το BREXIT; Στιγμιότυπα από τη δημόσια συζήτηση στη Νάπολη. Dibattito pubblico a Napoli sull'Europa dopo Brexit. Istantanee dal dibattito svolto a Napoli.


Που βαδίζει η Ευρωπαϊκή Ένωση μετά το BREXIT; Δημόσια συζήτηση με τον δήμαρχο Luigi de Magistris, τον αντιδήμαρχο Nino Daniele, τον Marco Galdi, τον Dario Ciccarelli, τον Pietro Caserta, τον Roberto Bafundi, τον Paolo De Ioanna, την Francesca Del Grosso, την Maria Paradiso, τον Nicola Lettieri, τον Σωτήρη Παπαδημητρίου και Γιάννη Κορίνθιο. 
de Magistris: Ευκαιρία για μία νέα Ευρώπη η συζήτηση γύρω από το Brexit.
Daniele: Σε κάθε περίπτωση θα χρειαστεί να ενισχύσουμε σε βάθος το ευρωπαϊκό σχέδιο.
Il progetto europeo non funziona  e in ogni caso, il sistema monetario europeo è insostenibileQuesto è emerso dal dibattito pubblico aperto a Napoli sull'Europa dopo Brexit.
Incontro organizzato dalla Comunità Ellenica di Napoli e Campania e dalla Società Filellenica Italiana e coordinato da Dario Ciccarelli.
Sono intervenuti: Luigi de Magistris,  Nino Daniele, Marco Galdi, Dario Ciccarelli, Pietro Caserta, Roberto Bafundi, Paolo De Ioanna, Francesca Del Grosso, Maria Paradiso, Nicola Lettieri, Sotiris Papadimitriou e Jannis Korinthios.
Si è detto che la crisi dell'Unione Europea, solo amplificata dal recente referendum in Inghilterra, esprime comunque una più ampia crisi che coinvolge le istituzioni comunitarie e nazionali.
Ormai queste istituzioni appaiono e sono lente, mentre il mondo nelle città ha ritmi più sostenuti. E’ nelle città che gli uomini vivono affrontando la quotidianità.
Forse dalle città e dai paesi mediterranei può partire questa rigenerazione dell’Europa e della democrazia hanno sostenuto Paolo De Ioanna e Luigi de Magistris.
Sentiamo tutti il bisogno di arrivare  ad una nuova sintesi, partendo dal basso. Dario Ciccarelli giustamente  ha rilevato questa necessità di "comporre", piuttosto che di "disporre", e di "proporre", anzichè "imporre”.  
de Magistris: Ho partecipato al dibattito "La Brexit vista da Napoli" tenuto nella sala del Capitolo del complesso di San Domenico Maggiore. Una analisi sugli effetti derivanti dall'esito del referendum avvenuto in Gran Bretagna sulle politiche europee. 
Un'analisi su un nuovo modo di concepire l'Europa, i cittadini e l'integrazione tra le diverse culture. Costruiamo l'Europa dei popoli, dei diritti e delle persone. Noi possiamo! Brexit, una buona occasione per una nuova Europa.
Daniele: In ogni caso bisogna rafforzare il progetto europeo.
GaldiAvremo l'Europa politica quando i cittadini degli stati membri avranno un comune sentire europeo.
















venerdì 15 luglio 2016

LIBERATION: Le plan d’aide accordé au pays en juillet 2015 n’a pas relancé l’économie mais a surtout profité à ses créanciers.

PUNITION
Un an d’austérité,
la Grèce toujours à terre

Par Fabien Perrier, correspondant à Athènes — 14 juillet 2016 à 20:31


La police grecque sécurise le Parlement lors d’une manifestation à Athènes, le 15 juin. Photo Petros Giannakouris. Photo AP

Le plan d’aide accordé au pays en juillet 2015 n’a pas relancé l’économie mais a surtout profité à ses créanciers.
Un an d’austérité, la Grèce toujours à terre
Place Exarchia, le mythique bâtiment bleu du Floral est couvert de grilles. «Comme il est beau», s’exclamait l’architecte français Le Corbusier à propos du plus ancien café de la capitale grecque, fondé en 1933. Etudiants, artistes, politiques, économistes venaient y débattre, lire, danser… Jusqu’à sa fermeture en juin. Tout un symbole qui disparaît de ce pays méditerranéen, où troquets et tavernes restent des lieux de vie et de travail. Dans le quartier d’Exarchia, le déclin économique et la faillite sociale se mesurent au nombre de vitrines fermées, de maisons néoclassiques délabrées, à la mendicité, aux trafics… A l’image d’une Grèce qui, un an après l’adoption d’un accord avec l’Union européenne, le 16 juillet 2015, affronte des problèmes économiques, sociaux et politiques.
Le souvenir amer d’un compromis forcé
Il y a un an, le Premier ministre, Aléxis Tsípras, acceptait un troisième mémorandum, avec son cortège de mesures d’austérité, de libéralisation et de privatisations, en échange de 86 milliards d’euros de prêts. Contrôle des capitaux, menace d’une sortie de l’euro… Rien n’avait été épargné au gouvernement alliant Syriza (gauche) et les Grecs indépendants (droite souverainiste). Le fusil sur la tempe, Aléxis Tsípras a signé un texte sans y croire. Trois jours plus tard, il le faisait voter au Parlement. Depuis le scrutin législatif du 20 septembre, la coalition, reconduite avec une courte majorité (153 sur 300 sièges à la Vouli), se retrouve à appliquer la «politique des mémorandums» qu’elle fustigeait naguère. «C’était un compromis forcé après ce coup d’Etat que représentait la fermeture des banques», explique à Libération Giorgos Katrougalos. Le ministre du Travail reconnaît qu’il s’agit d’un «document néolibéral, bien que plus souple que les précédents». Et affirme que le gouvernement a pour objectif de «neutraliser les points» les plus durs.
Une économie toujours vacillante
Depuis le premier mémorandum signé par le Pasok (parti social-démocrate) en 2010, l’économie est en berne. Plus du tiers des petites et moyennes entreprises ont fermé. Le produit intérieur brut (PIB) a chuté de 25 % par rapport à 2009 et 321 milliards d’euros de dettes (180 % du PIB) asphyxient le pays. Pourtant, «la confiance est revenue», indique à Libération Nikos Pappas, ministre d’Etat sans portefeuille, bras droit d’Aléxis Tsípras : «La Grèce va mieux. L’économie progresse. Si le PIB était négatif l’an dernier, la croissance se rapproche aujourd’hui de zéro (- 0,2 %). Le déficit primaire se réduit plus vite que les objectifs fixés.» Si, en 2015, la déflation s’est aggravée par rapport à l’année précédente (1,7 % en moyenne contre 1,3 % en 2014) et si cette baisse s’est accélérée de janvier à avril, elle ralentit depuis. Mais le pays continue de souffrir d’un manque de liquidités et d’investissement. Il a reculé de 65 % en volume depuis 2007. De nombreuses entreprises se déclarent en faillite (lire ci-contre). Plusieurs milliers d’emplois sont menacés. Signe des temps, la dette des contribuables et entreprises envers l’Etat (cotisations sociales, impôts…), de 84 milliards d’euros fin 2015, a augmenté de 5 milliards sur le premier semestre, estime un haut fonctionnaire grec.
Une situation sociale inquiétante
Le prêt de 86 milliards d’euros est versé par tranche après l’adoption et la mise en œuvre du mémorandum : réforme de la Sécu, privatisations, etc. Le gouvernement a donc fait passer de nouvelles mesures sur les retraites afin de contenir leur poids dans le PIB aux environs de 15 % d’ici à 2050. Avant la crise, les projections avançaient une proportion de 50 %…
Mais ce ratio dépend de l’évolution économique du pays. Si le PIB hellène chute, le poids des dépenses augmentera mécaniquement. Or, les retraites sont déjà très basses - avec un minimum de 380 euros. «Nous avons essayé de partager un gâteau plus petit de façon plus juste et plus efficace, explique Giorgos Katrougalos. Nous avons obéi à deux règles : égalité et justice sociale en introduisant une pension nationale financée par l’impôt, et calculée selon le seuil de pauvreté.»
C’est justement ce point qui mécontente de nombreux Grecs : «J’ai voté pour Syriza pour que ça aille mieux, pas pour qu’ils gèrent la misère !» s’énerve une femme. Le chômage a baissé de deux points en un an, et frappe toujours 23,3 % des actifs en avril. Mais sur les nouvelles embauches de 2015, «50,36 % sont du travail à temps partiel», explique Savas Robolis, professeur émérite d’économie. Il ajoute : «900 000 personnes travaillent normalement, mais leur salaire est versé avec un retard de un à quinze mois». Quant au FMI, il exige une poursuite de la flexibilisation du marché du travail et la casse des conventions collectives. «Tous les syndicats et les fédérations patronales que j’ai réunis y sont opposés», rétorque Giorgos Katrougalos.
A qui profitent les mémorandums ?
Selon l’économiste Michel Husson, au moins 80 % des fonds débloqués depuis 2010 dans le cadre des programmes européens d’aide à la Grèce ont servi à rembourser la dette et ses intérêts, ainsi qu’à financer les banques. Les premiers à bénéficier des nouveaux prêts accordés à la Grèce ? Ses créditeurs, allemands et français en tête. L’économie réelle et les citoyens grecs n’en ont, eux, pas vu la couleur.
Syriza, victime de l’austérité
Dans ce contexte, l’insatisfaction grandit chez les Grecs. Selon un sondage réalisé début juillet par l’université de Macédoine, 86 % d’entre eux ne sont pas satisfaits de l’action du gouvernement, et même 69 % chez les partisans de Syriza. Une nouvelle loi électorale est en discussion à la Vouli. Histoire de préparer des élections et d’amortir la chute ? Comme le Floral, Aléxis Tsípras risque de devoir, lui aussi, céder son bail au palais Maximou.


http://www.liberation.fr/planete/2016/07/14/un-an-d-austerite-la-grece-toujours-a-terre_1466251?xtor=EPR-450206&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=quot

giovedì 14 luglio 2016

Συμπόσια εν Νεαπόλει

Μια κεφάτη παρέα στη Νάπολη
με τον Salvatore, την Irene Typaldos, τον Σωτήρη και άλλους καλούς συνδαιτυμόνες
Μια καλή ευκαιρία για να ευχηθούμε στον Σαλβατόρε να τα κατοστήσει 









Ο Σωτήρης αποθανάτισε το γλέντι στο κέντρο της Νάπολης

mercoledì 13 luglio 2016

Il latino e il greco patrimonio immateriale dell'umanità

La cultura classica patrimonio immateriale dell'umanità: il Senato della Repubblica impegna il Governo Italiano


http://filellenica.blogspot.it/2016/07/la-cultura-classica-patrimonio.html
Il Senato della Repubblica impegna il Governo Italiano ad attivarsi per presentare all'Unesco la domanda per dichiarare il latino e il greco "patrimonio immateriale dell'umanità".

Trova così un fondamentale sostegno istituzionale la battaglia culturale che la Società Filellenica Italiana ha iniziato sin dalla sua fondazione (21 marzo 2014), come si legge dalle prime battute dello Statuto:



Il 17 dicembre 2014, in occasione di un'audizione della Società Filellenica Italiana, la Commissione Cultura e la Commissione per i Greci della Diaspora del Parlamento Ellenico hanno preso atto di questa  proposta. 

Essa è stata sostenuta in occasione di un incontro svoltosi nel novembre del 2014 a Roma con il Vicepresidente della Commissione cultura della Camera dei Deputati On.le Nardacci Pisanelli. 

Dibattuta in più sedi, da ultimo in occasione del Convegno organizzato dalla Società Filellenica Italiana nell'ambito delle cerimonie per la celebrazione della Giornata mondiale della Lingua e della Cultura Ellenica, il 20 maggio scorso a Napoli, la dichiarazione della Cultura classica come patrimonio immateriale dell'umanità costituisce ormai un obiettivo di rilievo nazionale che coinvolge sempre più intellettuali e classe dirigente del nostro Paese. 

Tengo a ringraziare per la pervicacia con la quale sostiene questa battaglia il nostro socio Avv. Lucio Minervini e il Prof. Jannis Korinthios,  già presidente della Federazione delle Comunità e Confraternite Elleniche d'Italia e grande amico della Società Filellenica Italiana. 


                                                                                            Marco Galdi
                                                                 Presidente della Società Filellenica Italiana

martedì 12 luglio 2016

Οι προτάσεις Ελλήνων και Φιλελλήνων Ιταλίας για την στήριξη της Ελληνικής Γλώσσας και της Κλασσικής Παιδείας βρίσκουν ευήκοα ώτα και στη Ρώμη, στη Γερουσία της Ιταλίας.

Μια μεγάλη επιτυχία της Ομογένειας Ιταλίας και της Φιλελληνικής Εταιρείας Ιταλίας.
Οι πρωτοβουλίες και οι προτάσεις μας για την στήριξη της γλώσσας μας και της κλασσικής παιδείας βρίσκουν ευήκοα ώτα στη Ρώμη, στη Γερουσία της Ιταλίας.



lunedì 11 luglio 2016

Late Night al Piccolo Bellini (13 e 14 luglio)









LATE NIGHT
DRAMMATURGIA BLITZTHEATREGROUP / ANGELOS SKASSILAS
CON MARIA FILINI, ANGELIKI PAPOULIA, CHRISTOS PASSALIS, GINA STAVROULAKI, FIDEL TABALOUKAS, YORGOS VALAIS
ASSISTENTE ALLA REGIA VASIA ATTARIAN LUCI TASOS PALAIOROUTAS COREOGRAFIA YANNIS NIKOLAIDIS SCENOGRAFIA EFI BIRBA
COSTUMI VASSILIA ROZANA
DISTRIBUZIONE JUDITH MARTIN / LIGNE DIRECTE - WWW.LIGNEDIRECTE.NET
PRODUZIONE BLITZTHEATREGROUP

DURATA 1H 30MIN
LINGUA GRECO CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
PAESE GRECIA

DATE
13 LUGLIO – ORE 23.00 14 LUGLIO – ORE 19.00
LUOGO
PICCOLO BELLINI 


Come rappresentare un mondo che cambia continuamente gettando gli individui nello sconforto? È per rispondere a domande come questa che nel 2004 Yorgos Valaïs, Angeliki Papoulia e Christos Passalis hanno fondato il blitztheatregroup. Fin dal principio Blitz si è impegnato a vivere il teatro come uno spazio di incontro e scambio e non come un luogo di sterili virtuosismi e verità prefabbricate. Oggi considerato come uno dei collettivi più sperimentali della scena ateniese, blitztheatregroup porta a Napoli Late Night. Lo spettacolo evoca la profonda crisi della società europea, che stritola gli individui in una quotidianità sulla quale non hanno più nessun tipo di ascendente.
Nel cuore della notte, in una sala da ballo d’altri tempi, tre donne e tre uomini danzano rivelandoci frammenti di una storia che non sarà mai raccontata. Cercano di ricordare il loro passato, i viaggi attraverso l’Europa, il loro amore perduto, le premesse di una guerra che è scoppiata all’improvviso. Confinati in questa sala da ballo abbandonata, sembrano avere un’unica ossessione: ballare, ricordare, raccontarci la loro storia... come per dimostrare che sono ancora vivi...
Come nasce questo spettacolo? In che modo siete stati ispirati dalla situazione della Grecia?
Un giorno a New York, Angeliki Papoulia* stava aspettando la metro quando ha notato sul treno la scritta “Late Night”. Abbiamo deciso che sarebbe stato il titolo giusto per il nostro successivo spettacolo perché “late night” (tarda notte) rappresenta un momento “anti-produttivo”, quando le persone hanno terminato le loro occupazioni quotidiane e sono più ricettive, più aperte all’imprevisto. Un momento della giornata in cui cercano di ricordare o di dimenticare. Pensiamo anche che il titolo si adatti all’attuale situazione della Grecia e dell’Europa. Il nostro lavoro è sempre influenzato dall’ambiente che ci circonda, ma non in maniera rigorosa come potrebbe essere per dei giornalisti. Noi cerchiamo di tradurre la realtà che viviamo in sentimenti. Late Night è quindi il risultato naturale di ciò che sta accadendo oggi in Europa.
L’Europa è in macerie e tre coppie danzano: l’arte può essere un antidoto alla crisi?
Siamo molto divisi rispetto alla riflessione sull’arte. Il nostro lato cinico ci ricorda che l’arte non ha mai cambiato il mondo. In una certa misura l’arte può apparire come un lusso di cui nessuno si preoccupa. Il nostro lato romantico, che  finisce sempre per prevalere, ci dice invece che bisogna perseverare sempre, anche quando si tratta di una causa persa. Fino ad ora Late Night è il nostro spettacolo più sentimentale. Potremmo addirittura descriverlo come un melodramma, realizzato durante il periodo più critico e violento che la Grecia moderna abbia mai vissuto. Mentre scrivevamo il testo, eravamo convinti – e lo siamo tuttora – che in questi momenti l’arte può avere una funzione consolatoria: ci ricorda cos’è veramente la vita e ci fa riflettere su questioni esistenziali. È l’arte che ci fa andare avanti. E soprattutto ci ricorda la bellezza e l’importanza di questa avventura che è la vita e l’amore.
Questo spettacolo gira in tournée in diversi paesi europei. Che tipo di rapporto avete con il pubblico?
Ogni sera il nostro obiettivo è riuscire a creare un forte legame tra attori e pubblico. Desideriamo condividere un’esperienza, avere dei complici e non dei semplici spettatori. Il teatro non è un  ne ma un mezzo per raggiungere altre cose.
C’è un’aria nuova nel teatro e nel cinema greco?
L’aspetto fondamentale, in questi ultimi anni, è che i trentenni, uomini o donne che siano, hanno preso in mano una telecamera o hanno fondato un collettivo teatrale per raccontare le proprie storie. E questo non era mai successo prima in Grecia. Queste nuove storie parlano di temi che le generazioni precedenti avevano completamente trascurato o non avevano messo in discussione. La famiglia, l’identità, l’amore, la guerra, la violenza: nulla è tabù per la nuova generazione. Noi non cerchiamo la semplice performance attorale o la messinscena spettacolare, ma cerchiamo di raccontare delle storie utilizzando nuove forme concentrandoci maggiormente sulla vitalità del lavoro piuttosto che sulla sua estetica. Infine pensiamo che la nuova generazione sia la più malinconica della storia della Grecia moderna.

Intervista realizzata da Nino Marino, per il Teatro Stabile dell’Umbria (settembre 2013) * Angeliki Papoulia, cofondatrice del Blitztheatregroup


Blitztheatregroup is an experimental theatre group based in Athens (Greece). One of their latest works, Late Night, evokes the profound crisis of contemporary Europe, slowly strangling the individual in a daily routine from which there is no respite. In the heart of night, in a ballroom from some other age, three men and three women dance and tell fragments of a story that will never be told. They try to reconstruct their past, their journeys through Europe, and their lost loves, the premises of a war that broke out unexpectedly. Con ned within that abandoned ballroom, they seem to have one obsession only, to dance, to reminisce, and to tell their personal stories... almost as demonstrating that they are still alive... The show premiered on October 2012 in Athens – Onassis Cultural Centre.