ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ

ΤΑ ΚΕΛΛΙΑ ΤΗΣ ΤΗΝΟΥ
Και στα Κελλιά με χρώματα άσπρα και ήλιο μεθούν

sabato 8 ottobre 2011

GUIDO CERONETTI, IL CREDITO GRECO VERSO L'EUROPA, CdS, 8.10.11



Da "Il Corriere della Sera" di sabato 8 ottobre 2011

Perché, non si può dimenticare l'Ellade

IL CREDITO GRECO VERSO L`EUROPA

di GUIDO CERONETTI

Fa sorridere sentir parlare di debito greco! Tutto il genere umano è debitore verso la Grecia.

L`Europa per prima, naturalmente, e la Germania prima dei primi: per il suo sistema nominale, per l`inaudita energia irradiata attraverso la sua filosofia e la ricostruzione del messaggio ellenico attraverso i suoi filologi. La Grecia va salvata in quanto madre:

tutti siamo nati ad Atene, anche se quasi tutti lo ignorano, anche se oggi Atene è un tumore urbano che ospita come qualsiasi altra città disperazioni e malavita. Vuoi mettere in discussione tua madre, soltanto perché il suo comportamento non è stato virtuoso? Mi indigna veder dubbiose le nazioni: che cos`è il debito greco in titoli paragonato al nostro, in spirito, veri tà, civiltà? Linguisticamente, Ellade e Grecia coincidono, ma esclusivamente entro i confini greci.

Divergono nel mondo: se alludi alla Grecia-nazione moderna diciamo Grecia, ma dire Ellade è sigillo materno, più fatto di natura di quelle che sì dicono radici ebraico-cristiane. L`interiorità ellenica è intangibile; si trascina, dicono malamente (non ho esperienza diretta: tutto è frode nel regno dell`opinione) l`aggregato esterno Grecia. Neppure i greci stessi, mi pare, sfuggono; potrei dire che, nonostante l`identità nominale, la Grecia ha rinnegato l`Ellade. Più che rinnegata esplicitamente, la Grecia ha dimenticato l`Ellade: può essere, un simile oblio, pagato carissimo all`esterno.

Un po` di Tucidide tonificherebbe i discorsi di Papandreou.

E l`Europa come l`Euroamerica sono dentro a un`ossessione materialistica che è molto simile a una foresta stregata. Una conseguenza verificabile è la pandemia di depressioni, malattie mentali, tumori, alcolismo. Si levano voci isolate, ma tra strepiti in decibel da discoteca.

L`uomo come animale essenzialmente cittadino, creato dalla Città lontano dai covili (politikòn zòon) è scoperta e dogma aristotelico. La rivolta contro la città, che libera e rinchiude, comincia presto: da quando il culto dionisiaco ne fa esplodere le mura, e la Baccante fugge e Antigone disobbedisce alla legge scritta. Tutto esemplare: noi idolatriamo il vivere cittadino e nello stesso tempo lo fuggiamo e lo odiamo. Ma dappertutto ritroviamo, inesorabili, le sue mura.

Perciò la città metropolitana, la megalopoli, è spaventosa. Nelle predicazioni per la crescita sempre più questa sensazione si diffonde - tutto quel che contiene di distruttivo una simile degenerazione del pensiero politico, è sospinto implacabilmente avanti. E significativo che la Grecia per aver riluttato, tentennato, commesso errori di oblio, di fronte a questa degenerazione del pensare è punita per prima, minacciata di morte civile, di esclusione, di rigetto della banca che si era fidata della sua completa sottomissione, con trapianto arcicondizionato.

Ricordarsi in tempo dell`Ellade sacra, dell`Ellade trascendente, sarebbe un risveglio salutare della pura e semplice ragione.

Resta da vedere, in una situazione così indefinibile e viziosamente perversa dove si può intravederla, qualcuno, nel potere mondiale, sia in grado di guardare con diversità d'occhio.

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